AME

Martina Grassi, conosciuta come “Ame” (dal giapponese “pioggia”, rimanda ad una sensazione malinconica, di sospensione), è un’artista poliedrica e attivista nata nel 1997 a Varese, dove vive tutt’oggi.
Questo pseudonimo nasce da un nomignolo affettuoso attribuitole da persone a lei vicine, riflettendo il suo approccio empatico e riflessivo alla vita e all’arte.
LA FORMAZIONE
La sua passione per l’arte nasce in famiglia, ispirata dalla madre, creativa e amante di linguaggi quali il collage e il decoupage.
Tuttavia, il percorso artistico di Martina prende forma in maniera decisiva durante l’adolescenza, quando, frequentando il Liceo Classico Ernesto Cairoli di Varese, affronta un periodo di dolore e tensione legato alla perdita del padre, si rifugia così nella scrittura e nella pittura, trovando nell’arte una valvola di sfogo e uno strumento terapeutico. Dopo il liceo, consegue una laurea in Filosofia presso l’Università Statale di Milano e inizia un percorso di studi antropologici presso l’Università Bicocca, che frequenta tutt’oggi. La sua formazione artistica è frutto di un percorso personale, da autodidatta.
Parallelamente alla sua produzione artistica, è molto attiva nell’ambito dell’attivismo, con un impegno particolare per il femminismo, l’antifascismo e le questioni sociali. Ha fondato a Varese il collettivo femminista “VAchelotta”, che le ha permesso di unire la sua arte e la sua sensibilità alle battaglie per i diritti.

LA RICERCA
Martina utilizza l’arte come strumento terapeutico e narrativo, affrontando aspetti universali attraverso esperienze personali. La sua ricerca verte su tematiche quali: la salute mentale, il femminismo, la violenza di genere e le dinamiche di potere, cercando di rappresentare il trauma per affrontarlo e dargli un valore simbolico.
L’artista descrive la sua pratica come una sintesi estetica del dolore, in contrapposizione alla pornografia del dolore che permea l’immaginario contemporaneo. Per Ame, l’arte ha una dimensione collettiva: è un’eredità per le generazioni future e uno strumento per comprendere il mondo in cui viviamo.
LE TECNICHE
Le opere di Martina spaziano tra pittura e illustrazione digitale, spesso caratterizzate dalle tecniche miste. Utilizza acrilici, tempere e pastelli a olio, stratificando i materiali per cercare di raggiungere la giusta intensità emotiva. Le sue opere pittoriche si evolvono negli anni partendo da un’estetica maggiormente descrittiva, fino ad arrivare alla sintetizzazione delle forme e alla gestualità.
Tra gli elementi ricorrenti nei suoi lavori ritroviamo l’utilizzo di specifici colori:
- Rosso: simbolo di violenza;
- Azzurro: rappresenta una tristezza più leggera;
- Blu e nero: evocano malinconia e depressione.
Oltre che la costante presenza di specifiche figure come: un essere antropomorfo dai lunghi capelli, privo di genere, che rappresenta una versione simbolica di sé stessa e l’elemento dell’occhio, simbolo di verità.
LA SCRITTURA
Martina è inoltre autrice di poesie e prosa poetica, riesce a dar vita al suo progetto “Poesia per posta”, attraverso cui invia poesie originali scritte da lei stessa a chiunque si iscriva al format, coinvolgendo un pubblico vasto e diversificato.
Così come nelle poesie l’utilizzo della metafora è fondamentale per suo lavoro, anche i suoi dipinti sono intrisi di simbolismo, ma pur sempre accessibili e immediati.
LE INFLUENZE
Ame viene spesso influenzata dai suoi studi antropologici e dal mondo animale, ma prima di ogni altra cosa dalla sua quotidianità. La sua arte è un modo per sintetizzare il dolore personale in un messaggio universale, costruendo un immaginario che supera il vissuto individuale per parlare a tutti.
Questo approccio legato alla sua partecipazione in ambito sociale definisce chiaramente una tendenza all’ “Artivismo” (una forma di espressione creativa che unisce arte e attivismo, utilizzando opere artistiche come strumenti per promuovere messaggi di cambiamento sociale, politico o ambientale).
Con un linguaggio artistico che mescola forza emotiva e profondità intellettuale, Martina Grassi continua a esplorare i confini tra arte, terapia e impegno sociale, cercando nel suo piccolo di lasciare un messaggio a chi la circonda.