MARCO TRAFFICO

MARCO TRAFFICO

Marco Traffico è un giovane artista che sceglie di restare anonimo, nasce nel 2001 a Milano dove consegue il suo diploma in ambito Classico, nel frattempo crea, sperimenta e gioca con la sua creatività.

Il protagonista del nostro racconto è un ragazzo dai forti principi, che vuole dar voce ai suoi ideali, proiettando l’attenzione sulla necessità di ribellarsi a un sistema marcio fino al midollo. Marco trova nell’arte il mezzo per sensibilizzare su tematiche scomode e un po’ tabù, tra cui la droga o il sesso, avvalendosi di ideologie anti-capitaliste e anti-fasciste.

UN NOME, UN MANIFESTO

Il suo nome d’arte, “Marco Traffico”, nasce da uno spunto particolarmente interessante: il Traffico. Utilizzato Inizialmente in modo un po’ ironico nasconde una chiave di lettura più profonda…

“E’ quel traffico in cui sei lì, fermo, imbottigliato in un ambiente urbano e caotico, sei arrabbiato e non sai cosa fare. In quel momento tutto smette di funzionare e sei obbligato a stare lì…ma è proprio questo il bello: tutto smette di funzionare, tutto quel sistema marcio si blocca, e per un attimo… puoi respirare, prenderti un momento per te…non morire…”

LA FORMAZIONE

L’artista ha il suo primo approccio con l’arte in modo un po’ caotico durante l’infanzia, essa rappresenta per lui un rifugio per scappare dai propri doveri.

Questa sua voglia di “scappare” è stimolata in particolare da un costrutto scolastico che gli calza un po’ troppo stretto, dal quale vuole in qualche modo allontanarsi il più possibile poiché si sente in trappola.

Non a caso il periodo di istruzione secondaria rappresenta per lui il più scarso a livello artistico, la creatività viene duramente soffocata in quel periodo per poi esplodere grazie alla crescita e alla conoscenza di se stesso e delle persone intorno a lui: Marco scopre il mondo dei graffiti e dell’underground milanese, ecco “casa”, un luogo dove può finalmente esprimersi in totale libertà e non badare alle regole sociali imposte, manifestando tutta la sua forza interna. 
Collabora attualmente con il nascente collettivo di Milano “Non morire”

LA RICERCA

Traffico vuole fare della sua arte un’icona riconoscibile ed ineguagliabile; questo grazie alla sua voglia di manifestare controcultura e disordine all’interno dei suoi lavori, un manifesto contro il perfezionismo e l’omologazione. 

Guardando le sue opere si nota un senso di Horror Vacui perenne, un caos visivo che non lascia spazio al vuoto, affatto fine a se stesso: costituisce una denuncia sociale e una forte espressione di se. Notiamo inoltre una malinconica sfera infantile che riporta alla spontaneità e leggiadria, espressiva ed emotiva poiché ora riesce ad urlare ciò che da bambino gli era imposto di non dire. Comunica così tutta la sua sofferenza, rimasta chiusa in una scatola per anni, la quale ora tira fuori con rabbia repressa, contro quegli adulti che ci hanno sempre calpestati e mai compresi.

Pervaso da un totale ripudio scolastico e lavorativo, che emerge dalla sua espressione artistica, punta a metterci quasi a disagio toccando alcune tematiche scomode:

Uno dei suoi lavori più espressivi inerenti è proprio: “A SCUOLA NON CI VADO”, una fanzine, in collaborazione con il collettivo “Lostkidnoreward”, all’interno della quale riprende i suoi vecchi quaderni delle elementari scarabocchiati e aggiunge disegni di valenza adolescenziale e critica. Forse per ingannare lo stato emotivo dato da un’infanzia imposta, riesce a distorcere e stravolgere ironicamente il suo passato, con una chiave grafica e concettuale, realizzando una critica al sistema scolastico attuale.

Un lavoro introspettivo dalla valenza universale, in cui ognuno di noi può specchiarsi, chi più, chi meno.

Un’ altra fanzine più recente è “COLORA IL TRAFFICO” costituita da suoi disegni in bianco e nero da colorare, in essa il rapporto con lo spettatore si fa più vivido, quest’ultimo viene di fatti invitato a entrare in prima persona nella creazione (l’aggiunta del colore), nonostante ciò possa destare sospetto di “bambinesco”, nasconde in realtà messaggi profondi e di denuncia sociale. 

LE TECNICHE

Marco non ha uno stile tecnico ben definito,usa le tecniche più disparate: dalla pittura acrilica, al graffitismo, alla fotografia, fino alla serigrafia. Ciò che però è chiaro nel suo lavoro è l’importanza del disegno, sporco, visivamente non bello, disturbante e graffiante: antiestetico e realizzato con materiali bruti. 

All’interno della sua arte, oltre il grottesco dello sporco, esprime il senso di disagio tramite figure come “mostri” che si comportano in modo scorretto. Questo, per Marco, indica quanto poco si senta e si sia sentito compreso, in un mondo che questi “mostri” li crea e li emargina, essi rappresentano tutto ciò che spesso non si riesce ad esprimere con le parole

LE INFLUENZE

Marco Traffico, ha però potuto avere la sua rivalsa grazie alle influenze che lo hanno circondato: il mondo dell’ underground, la rave-culture, i centri sociali, gli ambienti punk, il graffitismo e la cultura della strada: tutto ciò che serve per aprire la mente e vedere l’altro lato della medaglia.

Grazie a questo mix di esperienze l’artista alimenta un pensiero di tipo “nichilistico attivo”: ciò lo porta a non credere in nulla, ma a trovare in questa mancanza fede e forza per combattere e agire, solo così non si muore, combattendo per i propri ideali, creando e resistendo.

Testo a cura di Marina Alessandra